Si sono aperte le danze e c'è un'ottima sala da ballo, si chiama calderone Asl 1 di Venosa.
Tutti, o quasi, dal 28 maggio del 2005 (data di emissione delibera del direttore generale 286) abbiamo sentito più o meno sussurrare di un enorme debito e di una scandalosa disorganizzazione del nostro sistema sanitario, abbiamo anche partecipato a delle assemblee farsa tenute dai nostri politici locali e regionali atte a confonderci le idee e distoglierci da una più approfondita e attenta analisi delle ragioni profonde dello sfacelo.
Analisi e partecipazione della società civile alle scelte e conoscenza delle responsabilità politiche ed amministrative ci sarebbero servite a non ritrovarci quasi sbigottiti innanzi al fatto compiuto.
Ma chi in una società civile dovrebbe fare queste cose?
I partiti, i sindacati, gli intellettuali? Purtroppo in Basilicata ed a Venosa realtà degne di questi nomi non esistono più nella sostanza.
Cos'è successo più nello specifico?
Il degradarsi dei conti, delle strutture, dei costi e ricavi della "azienda" sono dati che trascendono volontà e responsabilità umane? O sono
Direttori Generali incompetenti,
primari interessati più alla loro nicchia che al miglioramento dei servizi,
sindacati in lotta di campanile a seconda di chi li dirige,
medici di base che orientano male i pazienti,
Giunte Regionali che individuano direttori generali sulla base di mere spartizioni politiche ecc. ecc.?
Siamo materialisti e propendiamo più per l'ipotesi che sono gli uomini e non le entità trascendenti a determinare i fatti su detti. La società civile, quella cosciente ed organizzata, l'unica in grado di contrastare ed influire, non prendiamoci in giro, adesso non esiste, quindi il primo passo, se abbiamo a cuore le sorti della nostra salute come di altri fondamentali diritti è quello di riorganizzare una minima struttura di coscienza intorno al nucleo vero del problema:
La classe politica ed amministrativa Lucana così com'è non potrà autonomamente e senza un vero intervento dal basso modificare in meglio la nostra realtà socio-esistenziale.
Chi sono i nostri politici e dirigenti amministrativi? Gente assennata? Gente appassionata che vuol promuovere partecipazione popolare alle grandi scelte? Oppure, grosso modo, sono quasi tutti uguali, destra sinistra, uomini senza passione, nella maggior parte dei casi poco inclini alla analisi della loro realtà e sostanzialmente impegnati a crearsi la propria nicchia nel giogo perverso del reticolo clientelare?
Lo sappiamo, sono cose scontate, banali. Volenti o nolenti tutti patiamo questa realtà:
Quello ha sistemato il nipote, il finanziamento x è andato a caio perchè amico di tizio, quello fa l'assessore ed è indagato proprio per irregolarità commesse ai danni dell'ente che deve risanare ecc. ecc.E' in questo stato di cose che i debiti aumentano ed i tagli si fanno concreti.
E' un clima culturale talmente radicato da sembrarci ineffabile, pur nel suo influire così pesantemente sulle vite di tutti.
Apparentemente tutti sembrano nel giusto:
Il
capo dell'opposizione locale (Tamburriello) intento a denunciare l'inettitudine ed il silenzio degli amministratori al potere. Ma possiamo fidarci di lui? Le sue amministrazioni si sono distinte in termini di attenzione e sensibilità? Ci pare di no!
Poi c'è il
Sindaco attuale, grande apologeta del nostro Governatore Regionale, già assessore alla sanità qualche anno addietro, appartenente ad una giunta tutta sotto inchiesta per una "strana" e forse illegittima buona uscita erogata al ex Direttore Panio per far posto al Direttore Vainieri a sua volta non in possesso dei requisiti di legge necessari per ricoprire la carica (i così detti 5 anni di apicalità). Queste non sono nostre congetture, sono notizie ampiamente divulgate dalla stampa Lucana qualche mese fa.
I DS ultimamente latitano? Perché? Forse perchè Vainieri (attuale direttore Provincia di Potenza) è un loro uomo? Forse perchè Colangelo è l'attuale assessore alla sanità? Di fatti i loro interventi non si sono mai spinti sul terreno della analisi approfondita della specifica evoluzione storica del debito Asl 1, preferiscono parlare di deospedalizzazione e cose di carattere generale.
I
Verdi hanno il problema di avere in Giunta Regionale un loro uomo, il loro capo Mollica e in via Anzio di questi tempi si prendono decisioni un po' impopolari per Venosa. Bell'imbarazzo visto che la città Horatiana rappresenta uno dei bacini elettorali più importanti per il partito ambientalista. Ecco spiegati i trentanove giorni di silenzio dell'assessore Mollica dalla data della delibera che sancisce il trasferimento dell'UTIC da Venosa a Melfi.
Rifondazione e
Comunisti Italiani potevano dire e fare di più, il loro silenzio resta una responsabilità pesante come un macigno, adesso dovranno recuperare affannosamente il terreno perduto.
I
Sindacati si occupano dei rispettivi “campanili”, quelli dei loro rappresentanti, la CGIL a Melfi la CISL per Venosa. Potevano indire assemblee pubbliche, scavare e parlare di vere responsabilità, mobilitare le popolazioni ed i lavoratori! Semplicemente non l'hanno fatto.
Come vedete i luoghi ove dovrebbe formarsi la società civile, i partiti, i sindacati sono dei vuoti simulacri, tutti dati alla rappresentanza di piccoli interessi di parte nel peggiore dei casi, nel migliore insulsi crogioli di inettitudine politico-sociale.
E' difficile intessere tutta la rete di relazioni necessaria a costruire una mobilitazione vera ed influente ma ciò che è in gioco merita da parte di tutti noi più attenzione e volontà, più capacità di mettere da parte piccoli egoismi inutili.
Non sappiamo in che piazza darci appuntamento, cerchiamola e troviamola il prima possibile.Invitiamo i lettori a sottoscrivere questa lettera attraverso i commenti.
Enzo Briscese
Massimo Pescuma
Benedetto Guadagno
Fabio Gammone